Cosa fare e cosa non fare quando si viene punti da una medusa? 🌊

CHE COSA FARE QUANDO SI VIENE PUNTI DA UNA MEDUSA? 🌊

Le meduse non ci “pungono”. Siamo noi che ci scontriamo con i loro tentacoli.
I tentacoli delle meduse contengono le cnidocisti, piccoli organi urticanti che contengono il veleno per difendersi dai predatori e per paralizzare una potenziale preda.
Il liquido urticante è composto da una miscela di tre proteine: una con effetto paralizzante, una con effetto infiammatorio e una neurotossica. Non ci sono antidoti specifici per questi veleni che però sono termolabili cioè si degradano ad alte temperature.
Dopo il contatto immediatamente avvertiamo un forte dolore, la pelle si arrossa e sopraggiunge un bruciore intenso.
Cosa fare a questo punto?
La prima cosa è uscire dall’acqua, mantenere la calma e rivolgersi a una persona in grado di aiutarci. Poi occorre lavare la parte colpita con acqua di mare e non con acqua dolce perché può favorire la scarica del veleno delle cnidocisti. L’acqua di mare è fondamentale per pulire la pelle da parti di medusa rimaste attaccate e per diluire la tossina non ancora penetrata.
In seguito i filamenti dei tentacoli che si fossero attaccati alla pelle vanno rimossi con una pinzetta e, infine, è bene tenere al caldo la parte danneggiata.

CHE COSA NON FARE.

Premere la pelle e raschiare via le cellule perché questo provocherebbe solo un maggiore rilascio di veleno. Applicare del ghiaccio fa sì che il liquido si conservi ancora più a lungo. Sfregare la zona dolorante con la sabbia: le cellule ancora attaccate reagirebbero rilasciando una maggiore quantità di veleno.

L’urina non funziona.
Uno dei rimedi più efficaci, che si può trovare nelle farmacie, è un gel astringente al cloruro di alluminio: blocca la diffusione delle tossine e lenisce la sensazione di prurito.

Gli spray lenitivi a base di acqua di mare e sostanze astringenti naturali funzionano bene. Creme al cortisone o contenenti antistaminico, invece, sono inutili perché entrano in azione solo dopo 30 minuti dall’applicazione e cioè quando il massimo della reazione è esaurita naturalmente.

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