Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi percepiti come incontrollabili e disturbanti. Chi li sperimenta li giudica come infondati o eccessivi. Attivano emozioni sgradevoli e molto intense che costringono a mettere in atto delle compulsioni cioè comportamenti ripetitivi o azioni mentali necessari per rassicurarsi e gestire momentaneamente il disagio.
Temi ricorrenti nelle ossessioni:
- Dubbio di avere o no compiuto un’azione ritenuta importante (es. chiudere la porta di casa, il gas, l’automobile, non aver perso cose personali, non aver investito involontariamente qualcuno).
- Paura di essere contaminati o contagiati non solo dallo sporco oggettivo, ma anche da cibo, feci, urine, siringhe, sudore, persone malate, sostanze chimiche contenute nei saponi, solventi e detersivi.
- Sgradevole sensazione di mancanza di armonia e di logicità se gli oggetti sono posti in modo anche minimamente disordinato o asimmetrico.
- Superstizione secondo cui fare o non fare determinate cose, pronunciare o non pronunciare alcune parole, vedere o non vedere certe cose sia determinante per l’esito degli eventi.
- Pensare di continuo a immagini sgradevoli o a pensieri peccaminosi per chi è religioso.
Rituali tipici delle compulsioni:
- Controlli protratti e ripetuti con lo scopo di riparare o prevenire gravi disgrazie o incidenti. Verificare di aver chiuso la porta di casa o la saracinesca del garage tornando sui propri passi oppure ripetizione di frasi come “ho chiuso il gas”; “non ho fatto del male a nessuno guidando”.
- Mettere in atto procedure di lavaggio, pulizia, sterilizzazione o disinfezione per neutralizzare l’azione dei germi e tranquillizzarsi dalla possibilità di contagio o liberarsi dalla sensazione di disgusto.
- Passare ore a ordinare e riordinare simmetricamente oggetti come libri, soprammobili, documenti fino a sentirsi completamente tranquilli e soddisfatti.
- Gesti scaramantici per evitare che qualcosa di temuto si avveri.
Colpisce dal 2 al 3% delle popolazione e l’esordio nella maggior parte dei casi è prima dei 25 anni.
La terapia prevede l’impiego di farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o dell’antidepressivo triciclico Clomipramina associati ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale.